Una delle cause, che può provocare un disturbo da vicino potrebbe essere legato ad una insufficienza di convergenza.
La convergenza è definita come un movimento sincrono degli occhi verso il naso e viene attivata durante la visione di uno stimolo da vicino.
L’ insufficienza di convergenza è un disturbo della visione binoculare molto comune: si può definire come un problema di collaborazione degli occhi per cui: secondo Bricot le situazioni da ritenere patologiche sono:
L’insufficienza di convergenza è spesso associata ad una varietà di sintomi tra cui: affaticamento visivo, mal di testa, visione offuscata, diplopia (visione doppia), sonnolenza, difficoltà di concentrazione, instabilità delle parole durante la lettura e perdita di comprensione che si manifesta dopo brevi periodi di lettura o di attività svolte a distanza ravvicinata, vertigini. I difetti di convergenza sono tra le prime cause di emicrania soprattutto serale, di instabilità d’equilibrio e di caduta frequente (soprattutto del bambino e dell’anziano), diplopia, distorsione della caviglia, difficoltà di concentrazione nella lettura.
Il deficit di convergenza può avere origine oculare, oppure può essere l’espressione di un adattamento visivo ad un’altra causa per esempio a livello dell’apparato stomatognatico (relativo alla masticazione) o podalico (relativo all’appoggio del piede). In particolare le cause possono essere dovute ad un focolaio dentale o a un disturbo dell’occlusione mandibolare oppure legate a traumi cranici, distorsioni cervicali, malattie autoimmuni, frattura della colonna vertebrale, ecc…
L’ipoconvergenza oculare quindi:
promuove le disfunzioni posturali perché coinvolge le diverse strutture osteo-mio-articolari favorendo una posizione anomala del capo: il paziente con questa disfunzione assume posizioni di compenso posturale, limitando la rotazione del capo dal lato dell’occhio con difficoltà di convergenza e inducendo un’inclinazione del capo che compromette il tratto cervico-dorsale con conseguente torsione del cigolo scapolare, disallineamento della spalla e limitazione di tutti i movimenti del collo.
Interferisce nell’apprendimento causando difficoltà di attenzione e concentrazione durante la lettura in quanto l’impegno del cervello è quello di non vedere doppio, per cui comprendere ciò che si legge diventa secondario. Non è insolito per una persona con insufficienza di convergenza, l’atteggiamento di coprire o chiudere un occhio durante la lettura, per alleviare la confusione o la diplopia.
Un semplice test che permette di valutare la presenza di questa disfunzione consiste nell’avvicinare la punta di una matita verso la radice del naso: se i due occhi seguono la mira contemporaneamente non è presente un deficit di convergenza; se invece uno dei due occhi perde la fissazione deviando verso l’esterno mentre l’altro continua a mantenerla, è presente una ipoconvergenza oculare.
I trattamenti consigliati sono quello passivo, mediante l’uso di lenti prismatiche , esercizi domiciliari o quello attivo ovvero terapia ortottica in studio, con sedute di riabilitazione ortottica nella quale l’ortottista eseguirà esercizi con prismi per migliorare e rafforzare le ampiezze fusive, lettura con flipper alternando potere positivo e negativo, corda di Brock sfruttando la diplopia fisiologica ed altri esercizi per ampliare l’ampiezza di convergenza e migliorare il comfort visivo durante la lettura e lavori da vicino, sia nel bambino che nell’adulto.
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